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Visualizzazione dei post con l'etichetta Emozioni

Dal Diario di Lei: su il sipario.

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E' arrivato il tanto atteso giorno del saggio. Quel momento preparato, sognato, atteso, a volte, quando un passo non riesce, anche odiato. Lei lo sa. Lo sente, lo vive, assieme alla sua prima bimba, ora ragazza. Lei l'ha seguita e la segue sempre, fin dal primo passo. Ma da lontano, proprio come nella vita. Lei sta al di qua del palcoscenico, perchè la scena sia tutta sua. La ricorda piccolina, al primo saggio, vestita da ranocchietta. La lasciò in teatro, in un caldo pomeriggio senza timore, perchè lì doveva e voleva andare. Anche oggi te ne sei andata, con la tua borsa piena di sogni. Brillanti, importanti, tutti tuoi. Ti sei guadagnata quel palcoscenico con un lavoro duro e costante, impegnandoti come sai fare, come vuoi fare. Le vecchie prime scarpe sono rimaste a casa, raccontano che sei cresciuta, che stai crescendo. Lei lo sa. Lei, io, sarò là ad applaudire. E so che mi batterà forte il cuore. E so che sarò orgogliosa. E lo dovevo scrivere perchè...

La mia fotografa

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Ho una ragazza per casa. Fatico a ricordare il tempo in cui la tenevo in braccio, come ora - mentre scrivo - sto tenendo l'altro, il nuovo arrivato paffutello e gorgheggiante. Ho una ragazza che toh...è diventata d'un tratto più alta di me. Ha una cameretta nuova, piena delle sue cose più di ragazza che di bambina. E' un po' meno chiacchiericcia, a volte un po' lunatica. Guardiamo assieme più i telefilm che i cartoni animati, cuciniamo assieme, ci facciamo le unghie e ci scambiamo i trucchi, programmiamo viaggi per il mondo. Ha ancora la passione per la storia, la danza e... la fotografia. La mia ragazza ora ha il suo profilo instagram e io le faccio pubblicità, senza giri di parole, perchè penso che se lo meriti e stop. Ecco se volete dare una sbirciata e metterle qualche mi piace, la trovate qui e non aggiungo altro:  https://www.instagram.com/ele.zaza03/ E sì sono una mamma orgogliosa, non ci posso far niente :) Foto: d...

Sabato mattina e... riflessioni sulla mammitudine

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Sabato grigio, pensieri sparsi. Evidentemente il grigio-pioggia è una tonalità che mi ispira. Interno cucina, la musica di RDS in sottofondo, i gorgheggi di un pupo sorridente accanto a me, il computer, la tastiera, le email, le notizie. Una sbirciata ai social network. La soddisfazione per un'amica di internet, di una mamma come me, Jolanda e il bell'esempio dell' azienda che ha creato assieme al marito Paolo, che è agli onori della cronaca in questi giorni, per essere un'azienda che dà lavoro alle mamme. Oddio... E' una notizia data con lo stesso impeto di passione di quando viene al mondo un piccolo di panda o di giaguaro delle nevi. Riflettevo su questa cosa della mammitudine. Su quando, mamma da poco della prima figlia, mi sentivo dire sul posto di lavoro, da persone che per altro sono certamente lì a stracciarsi le vesti in prima fila per la cosiddetta "famiglia tradizionale" (altro tema trito e ritrito di questi giorni) - ...

Dal Diario di Lei: la seconda volta

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Lei osserva la nebbia e gli irti colli fuori dalla finestra, si lascia avvolgere dal grigiore, mentre stringe una manina paffuta. Nella casa c'è odore di zuppa calda, mentre il proprietario della manina paffuta di cui sopra emana un profumo dolciastro che è la sua ultima droga, (anche se poco dopo un sospiro accorato lo stesso aroma si modifica in un'altra tipologia di olezzo, che Lei pensa sia decisamente poco letterario da descrivere). Da meno di due mesi Lei è tornata nel loop "cambio, poppata, ruttino, nanna, cambio, poppata, ruttino, nanna, etc..." Erano passati dodici anni dall'ultima volta, la prima e l'unica che le era capitato di vivere. Lo sguardo assonnato, l'occhiaia pandesca, il capello legato e comunque scomposto e quelle macchie biancastre sulla spalla del pigiama, dicono che sì, a quarantuno anni c'è ricaduta per la seconda volta. La seconda volta non è la prima. No davvero, sembra un ovvietà, ma non lo è. Per questo Lei vuole...

Caro Babbo Natale...

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Stamattina ho fatto due cose importanti: ho bevuto il caffè e mi sono lavata i capelli. A una settimana e due giorni dal cesareo sono cose splendide, sappiatelo. E ora sono qua, nella mia cucina silenziosa, illuminata (si fa per dire) dalla grigia luce della nebbia. Sono qua a scrivere - non so bene di cosa - con una mano sola, perchè l'altra regge un fagottino che ogni tanto apre gli occhi e mi osserva, poi li richiude e sorride beato, di quella beatitudine perfetta di cui godono i neonati nella fase post poppata - post cambio pannolino. Pensavo a Babbo Natale e a quanto sia bravo ad esaudire desideri... Pensavo a quando gli chiesi una sorellina e lei arrivò, nove mesi dopo, il giorno del mio compleanno. Pensavo all'anno scorso quando mi attraversò la mente l'idea di un bimbo nuovo e ora eccoci qua, io e lui: lui sbadiglia, io scrivo. E penso a come sia bello, nonostante tutti i comuni affanni, grandi e piccoli, avere una famiglia, non importa come composta: sentirs...

Ancora una settimana...

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Mi spiegate come è possibile che siano passati 9 mesi??? Ok, d'accordo che il termine, che doveva essere il 25 dicembre è stato anticipato gioco-forza al 14 dicembre, ma sempre 9 mesi sono trascorsi. Oh, mamma! Pochi giorni fa, una lettrice del blog, che ringrazio infinitamente del pensiero, mi ha scritto una mail per avere notizie. Lei non mi segue sui social e qui... Chiedo venia a tutti, l'aggiornamento l'ho davvero trascurato. Ora sono qua, con il pancio-cocomero perennemente in movimento, con la voglia di un panino di salame, con la casa sopra-sotto a causa dei pittori, perchè sì, noi le cose mica le facciamo per tempo... Anche la valigia non è del tutto fatta e poi ho mille liste di cose da fare, tutte affollate nella testa: aspettano solo un foglio di carta, per prendere vita, manco fossero una fila di bebè in arrivo e non uno soltanto. Eppure mi sono presa questo tempo per voi, per me. Per raccontarvi che sono felice e triste ansiosa e spaurita agitata e...

Ritratto di signora

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La sala d'attesa di un reparto d'ospedale è una sorta di limbo, dove il tempo scorre rallentato, dove tu non sei più tu, ma un numero nelle mani di quella persona in camice azzurro che segui speranzosa con lo sguardo, mentre cammina, sempre uguale, su è giù per il corridoio, oltre la porta. La sala d'attesa è un luogo di silenzi e di sussurri, di sguardi che distolgono lo sguardo, di pensieri che vorresti avere la capacità di non pensare, un chip emozionale che ti piacerebbe poter disattivare. La sala d'attesa è per gente di passaggio che attende, appunto, un verdetto. Siamo tutti diversi e tutti uguali su quelle sedie, che, più passano i minuti, le ore, più diventano scomode. Prima in tanti, poi via, via sempre meno, Mi porto un libro, affinchè sia il mio compagno in sala d'attesa. E' il mio tentativo di evasione, anche se i pensieri sono sempre lì, a quel numero impresso su un bigliettino di carta, vanno di pari passo con le righe lette, le pagine...

I post di Elena: il Museo Egizio di Torino

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Ciao care lettrici e cari lettori del blog, la mamma è molto impegnata in questo periodo e non riesce ad aggiornare il blog. Allora ho deciso di pensarci io. Questa sera Rai 1 trasmette un programma speciale , condotto da Alberto Angela, che racconterà la sua visita notturna al Museo Egizio di Torino . Con mamma e papà sono stata a Torino ad aprile per la pre-apertura dell'Ostensione della Santa Sindone, che è stata una cosa bellissima, ma il fatto più importante per me è stato proprio quello di poter tornare a visitare il Museo Egizio. Lo avevo visto quando avevo sei anni ed era ancora il vecchio museo, non quello di oggi di cui avevo sentito tanto parlare, perchè è diventato più moderno e ricco di reperti, poichè, con la nuova disposizione delle sale si sono ricavati maggiori spazi. E poi si possono fare le fotografie! E io ne ho fatte un sacco. Quindi perchè non metterle anche qui sul blog? Almeno quelle che penso siano alcune delle meglio riuscite. Eccomi qua al la...

Dal Diario di Lei: scarpette da punta

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Lei guarda la schermata bianca. Si chiede da che parte cominciare a scrivere di un groppo sentimentale ed emozionale che da ieri è lì e le si rimescola dentro. Quel misto di orgoglio, di mammitudine e persino di invidia, sì perchè non si può dire invidia? Lei ricorda uno scricciolo, ma proprio uno scricciolo dai grandi occhi vispi che in un pomeriggio come tanti le aveva chiesto: "Esiste un asilo dove le maestre insegnano a ballare?" Lei ricorda quelle prime lezioni, quel primo anno che si concluse con una ranocchietta verde che saltellava sul palco mettendoci tutto il suo impegno e arrabbiandosi poi perchè la gente in sala aveva "osato" ridere di lei e delle altre ranocchiette. E poi ci sono state le farfalle, le coccinelle e via discorrendo. Un anno dopo l'altro. "Vuoi cambiare? Vuoi fare qualcosa d'altro?" "Assolutamente no." Era la risposta ad ogni settembre. Ieri sera finalmente le hai strette tra le mani. Le tue scar...

Ricordi di un'estate: continuare o no?

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E' stato un periodo intenso. Un inizio autunno di quelli che - sarà che ci sono ancora giornate di sole bellissime - fatichi a credere che l'estate sia ormai un ricordo. E poi guardi il calendario e ti accorgi che tra un mese il blog compirà 4 anni di vita. E ti accorgi che è quasi un mese che non scrivi, perchè, anche se nella testa ti capita spesso di pensare "questo lo devo mettere sul blog, questo piacerebbe sicuramente ai miei lettori" e altri simili post it mentali che poi scivolano assieme al tuo tempo che corre via, anzi svolazzano, come foglie gialle al vento nel turbine delle tante (forse troppe) "cose" quotidiane. E qualche sera, quando sei stanca e hai ancora mille punti sulla to do list, che pare infinita come la tela di Penelope, ti passa per la mente di chiudere tutto, di archiviare questa avventura da scribacchina che ti piace, ma che forse, magari, ti ruba ancora quelle scarse energie residue che magari potresti usare per qualcosa d'...

Nuovi orizzonti

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Come si fa a trasferire un'emozione su un foglio bianco? Come si fa a rendere quel senso strano che ti prende nello stomaco? Quei salti che fa il tuo cuore. Quei pensieri che si affollano, che si accavallano, che si scontrano nella testa. Come si fa a spiegare tutto questo in poche righe? A darne almeno una pallida idea? Che senso ha farlo? Forse lo si fa per fermare il momento. Per impedirgli di scivolare via. Perchè questa rete che frequentiamo quasi tutti e quasi tutti i giorni dà un'illusione d'immortalità alla scrittura. Non so. Forse preferirei scrivere sulla pietra. Chissà. Ok, ora vi starete chiedendo cos'è tutto questo. Scusate. Facciamo un passo indietro, anzi di passi ne sono stati fatti tanti e tantissimi se ne faranno. Più in avanti che indietro. Oggi è l'ultimo giorno di scuola elementare (che di questi tempi si chiama scuola primaria) di Bimba. Ups. Non più Bimba. Bimba-quasiragazzina ormai. Anche se per me sarà sempre Bimba, ma l...

La grande bellezza delle piccole cose

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E' passato parecchio tempo dall'ultima volta che ho scritto. Lo so. E sono successe tante cose. Chi mi segue sa che parlo poco di fatti personali qui. Preferisco raccontare esperienze, viaggi, ricette, il lato creativo di me e quello della Bimba-quasiragazzina. Scriviamo di quello che ci piace. Non uso questo spazio come sfogo, ma come una stanza piacevole, un luogo dove stare bene, per condividere con voi, cari lettori, il mio essere positiva nonostante tutto e tutti. Mi sono fermata per un po' perchè la vita reale è stata costellata da una successione di eventi. C'era un progetto in corso, molti di voi, che mi seguono sui social network, se ne saranno accorti. C'era la candidatura di mio marito a sindaco del Paesello. Un progetto non buttato lì a caso, ma costruito mattone dopo mattone negli ultimi dieci anni. Non si è concluso come speravamo. Ci credevamo davvero, di poter dare un valido contributo alla comunità. E niente. La gente ha preferito dar f...