Sabato mattina e... riflessioni sulla mammitudine

Sabato grigio, pensieri sparsi.
Evidentemente il grigio-pioggia è una tonalità che mi ispira.


Interno cucina,
la musica di RDS in sottofondo,
i gorgheggi di un pupo sorridente accanto a me,
il computer, la tastiera, le email, le notizie.
Una sbirciata ai social network.


La soddisfazione per un'amica di internet, di una mamma come me, Jolanda e il bell'esempio dell'azienda che ha creato assieme al marito Paolo, che è agli onori della cronaca in questi giorni, per essere un'azienda che dà lavoro alle mamme.
Oddio...
E' una notizia data con lo stesso impeto di passione di quando viene al mondo un piccolo di panda o di giaguaro delle nevi.
Riflettevo su questa cosa della mammitudine.
Su quando, mamma da poco della prima figlia, mi sentivo dire sul posto di lavoro, da persone che per altro sono certamente lì a stracciarsi le vesti in prima fila per la cosiddetta "famiglia tradizionale" (altro tema trito e ritrito di questi giorni) - "Non penserai di fare questo o quello? Sei mamma ora" - "Ma come fai a fare tardi o ad andare a questa o quella cosa? Con chi lasci tua figlia? - "No, non venire con noi a cena, non devi andare da tua figlia? Non devi allattare?" e potrei continuare.
Mi sentivo ferita allora.
Mi avevano ferita e alla fine, nonostante tutti i salti mortali, quel lavoro si è concluso, ma non per il mio essere mamma - mi sono detta - ma perchè così doveva essere, perchè non era l'ambiente in cui valeva la pena di restare.
Oggi a dodici anni di distanza, sento ancora che ben poco è cambiato, anche se a me le cose vanno meglio di allora, ma in generale c'è ancora una lunga, lunga strada in salita da fare.
Eppure la mammitudine non andrebbe bistrattata, andrebbe studiata.
Avete presente la pietra filosofale?
Quella che cercavano gli alchimisti del tempo che fu?
Quella che avrebbe consentito loro di trasformare il comune metallo in oro?
Ebbene, sarà perchè oggi ho allattato alle 4.00
E alle 5.30 aiutavo la figlia grande a ripetere storia per la verifica e per placare la sua ansia.
Mi è venuto in mente, dopo due tripli caffè e una nuova tornata di cambio pannolino - allattamento - cambio pannolino, che le mamme sono proprio la pietra filosofale dei nostri giorni.
Le mamme trasformano in oro il tempo, perchè non ne hanno mai abbastanza e quindi sanno utilizzarlo nel modo migliore possibile.
Le mamme sono straordinarie organizzatrici, sono fantastiche economiste e preziose motivatrici, nonché straordinarie educatrici.
Questo siamo.
Questo dobbiamo essere orgogliose di essere.
Questo dovremmo portare come il punto di forza nei nostri curricula, di pari passo ai titoli di studio, alle conoscenze linguistiche (inserendo fra l'altro l'interpretazione dei lamenti e/o gorgheggi del neonato, perchè questa lingua l'abbiamo parlata e la continuano a parlare tutti in tutto il mondo, altro che inglese!) e informatiche.
Perchè siamo un compendio di soluzioni ad una vera enciclopedia di problematiche del quotidiano.
E questo lo dico perchè ci tengo.
E lo so che non è la festa della mamma, quando di questi pensieri se ne scrivono a tonnellate, per poi dimenticarle il giorno dopo, se non il giorno stesso.
Queste sono cose che scrivo perchè vorrei risultare noiosa, perchè dovrebbero essere ovvie e invece...
Ahimè non lo sono.
Ancora, oggi, nel terzo millennio, nei tempi di 2.0, 3.0 e chi più ne ha più ne metta in progress, le mamme stanno spesso ancora allo 0.0
Ecco ora che l'ho scritto, nero su bianco, mi sento meglio.
Del resto un certo filosofo non diceva "penso, quindi sono"?
Ebbene eccomi qua, in tutta la mia gioiosa mammitudine, a scrivere per chi è in difficoltà e quindi è certamente meno gioiosa e meno ottimista.
A ringraziare Jolanda e Paolo e spero anche le tante Jolanda e i tanti Paolo che sono esempi analoghi, sparsi per l'Italia, come ad esempio un mio amico professore, che mi ha offerto una collaborazione interessante a pochi mesi dal parto (e non lo ringrazierò mai abbastanza per l'opportunità).
E penso anche alle "non mamme" che faticano ogni giorno su altri fronti non propriamente mammeschi, ma molto donneschi come la mia amica Marina, che c'è sempre anche se lontana.
Ecco, iniziare il week end con tanti bei pensieri mi piace.
E scusate se è poco.
Buon fine settimana e a lunedì con le ricette del lunedì.
Baciiii :)

Foto: Cristina

Commenti

  1. Ho sempre pensato anche io che chi si destreggia tra due scuole diverse, tre tipi di sport, catechismi vari, professori e maestre, riunioni, partite dei figli nel weekend e contestualmente mette in tavola almeno due pasti al giorno, tiene gli armadi ordinati e i vestiti puliti, non abbia niente da invidiare a un manager che fa marciare un ufficio qualunque di 20 persone. Quanto a metterlo nel curriculum beh... sarebbe bello no?

    Quanto a quello che si può e non si può fare una volta diventate mamme, beh... quelli li della famiglia tradizionale, come dici tu, e non solo loro spesso e volentieri si dimenticano che i figli non hanno solo una mamma, ma anche un papà. E ti dirò che di questo fatto spesso si dimenticano anche tante mamme purtroppo, che si auto-relegano in un ruolo solo ed unico, ricavandone spesso frustrazione e stanchezza e insoddisfazione.

    C'è ancora tanto da lavorare sulla mammitudine, mi sa....

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