Dal Diario di Lei: io preferisco camminare

Lei ricorda una sera.
L'aveva già annotato qui da qualche parte
Mescolava la besciamella e una bimbetta giocava per le sue.
Poi la domanda.
Buttata là chiara e limpida.
Con gli occhi curiosi di sempre.
"Mamma cosa sono i gay?"
La risposta era uscita fluida in una girata di mestolo.
"Un gay è un uomo che vuole molto bene ad un altro uomo."
"E allora perchè li chiamiamo in modo diverso?"
Ed era scappata via a continuare il suo gioco, lasciando nell'aria quella domanda che è in sè quesito e nocciolo della questione.


Una questione che in questi giorni infiamma telegiornali, stampa e soprattutto la rete.
Accade ciclicamente come il mal di pancia.
E con buona pace dei problemi veri di questo Paese, perchè, quando non sai cosa dire di concreto, le questioni morali, o meglio moralistico-moraleggianti, sono una manna, per usare una metafora tratta dalla tanto vituperata Bibbia.
Tanto per chiarire subito le carte in tavola, Lei è cattolica.
Ma non per sport, per moda o perchè il Papa attuale è più simpatico di quello precedente, perchè preferisce dire cose che piacciono, che sembrano stupendamente illuministiche, tutte quelle cose, cioè, per cui la gente si riempie la bocca e inonda i social di tutto e il contrario di tutto, sempre con i sassi in mano però, pronti a lapidare questo o quello per tutto e il contrario di tutto a seconda di come si alza il vento al mattino.
Lei è cattolica perchè ci crede.
"Perchè credi in Gesù mamma?"
"Perchè ci ha insegnato a rispettarci reciprocamente, pur nelle nostre diversità."
"E se a me piacesse più Budda?"
"Se ritieni di sentirti più vicina al suo pensiero, per me va bene."
"Bè per ora resto con Gesù, poi vedremo".
Lei ha sempre pensato che la religione sia una scelta personale.
Lei ha fatto suo il ragionamento "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio".
E Lei non capisce perchè lo stato in cui le capita di vivere non possa essere laico e tollerante nei confronti di tutti.
Ovvero lo capisce, ma non lo accetta.
Però Lei non accetta nemmeno che uno o più sindaci, in nome di una tolleranza-spot, proclamino di non accettare la legge dello stato.
Non è il sindaco che deve disobbedire, prendendo a calci il suo essere figura istituzionale e quindi garante del rispetto della legge, ma è il legislatore che deve prendere atto che una legge non va bene o che è superata e cambiarla.
Un sindaco per definizione non può essere anarchico e, anche se fosse giusto esserlo, allora perchè non si disobbedisce anche ai vincoli del patto di stabilità ad esempio?
Lei pensa che quello farebbe meno rumore o meglio sarebbe meno compreso dalle folle, sia da quelle che stanno ferme sia da quelle che lanciano uova.
Senza risolvere nulla.
Dando solo l'ennesima prova di stoltezza generalizzata da cui questo Paese è afflitto cronicamente e acutamente.
Lei è cattolica, ma non sta in piedi, non sta ferma, isolandosi dal resto, per leggere un libro.
Perchè il mondo va avanti e Lei vuole camminare per le strade di questo mondo, tenendo ancora un po' per mano la sua Bimba-quasiragazzina cercando di aprirle la mente e il cuore, attraverso la conoscenza.
Perchè è l'ignoranza a generare i mostri che poi cavalcano le onde della demagogia.
La conoscenza invece ti fa prendere coscienza delle cose.
Ti fa vedere dove sta il punto di equilibrio tra l'eccesso e l'assenza.
C'è un bel blog, riconducibile al tema, che Lei vi consiglia di leggere, se non lo conoscete già.
E' il blog di Marco.
Per essere politicamente corretta, Lei potrebbe dire a coloro che sono a favore: leggetelo è un mito,un paladino di tutto ciò per cui vi state stracciando le vesti e l'ugola; a coloro che sono contro: leggetelo immaginandovi che non sia quello che state leggendo.
Alle persone che, come Lei, considerano la rete non uno spauracchio, ma un luogo dove ampliare i propri orizzonti non occorre dire nulla.
E' un blog di pensieri, emozioni, sentimenti, vita vissuta come tanti.
Nulla di diverso, nulla di strano.
E' bello da leggere.
Semplicemente.
Semplice come dovrebbe essere tutta questa faccenda se ci trovassimo in una società realmente tollerante.
Perchè siamo contro i burqa di stoffa, ma i burqa di pensiero, oh, di quelli ne abbiamo strati e strati!
Lei sa che per ora questo suo scrivere è solo una bella utopia.
Ma Lei, in barba al resto del mondo crede ancora a Babbo Natale!
E preferisce camminare, piuttosto che star ferma (correrei anche un pochetto, ma sono decisamente fuori allenamento!)
Fronte alta, sguardo dritto come le ha insegnato nonna, quella che aveva fatto le due guerre mondiali, quella che la guardavano strano perchè era senza papà, quella che si era tagliata le trecce perchè le piacevano i capelli corti quando tutte li portavano lunghi, quella che ha lasciato la scuola perchè voleva lavorare e realizzare il suo sogno creativo, quella che si è sposata tardi quando tutte si sposavano presto, quella che ha avuto una figlia sola quando tutte ne avevano tanti, quella che ha sempre preferito esprimere il suo pensiero dritto o storto che fosse, piuttosto che tacere.
Lei non sa come la pensiate voi e se vorrete raccontarlo sarà lieta di leggere, ma Lei la pensa così e, come suo solito, ci teneva a farvelo sapere.
To be continued...

L'immagine utilizzata è tratta dalla rete.

Commenti

  1. un post così andrebbe pubblicato ovunque, letto da tutti e fatto oggetto di seria riflessione dai pro e dai contro.
    il burqa di pensiero sono moooolto più pericolosi di quelli di stoffa (adoro la metafora ^_^ ) ma molto più impalpabili...
    ora vado a leggere da Marco.
    ps: io credente senza paraocchi... e senza burqa ;-)

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    Risposte
    1. Perché i legislatori prendono iniziative anche sotto pressione di una società rappresentata pure dai sindaci, che li mette di fronte a cambiamenti che la legge non può più ignorare, come su questa questione si sta facendo da troppi decenni. Sempre i legislatori rimangono immobili sulla stessa questione per le pressioni, solo meno palesi, di un piccolo stato oltretevere che non gradisce una diversa normativa in materia, pure se non riguarda i suoi cittadini. Il legislatore non è un' entità astratta e onniscente che si muove col timer avulso dal cotnesto, lo fa se la società lo induce a farlo. E un sindaco non è avulso dalla comunità che amministra e che gli pone un problema di riconoscimento di famiglie costrette a restare di fatto.
      Dopodiché d'accordo che si tratta di un polverone, per carità. E se un sidaco disobbedisse al patto di stabilità avrebbe tutto il mio più entusiastico sostegno, ma le cose non hanno nessuna correlazione. l'una non esclude l'altra. Dovrebbero essere i cittadini a premere sui loro sindaci in tal senso, come lo fanno le coppie gay.

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    2. Ti ringrazio per il tuo pensiero Pellegrina. Il mio paragone tra questione delle unioni gay e patto di stabilità non voleva sminuire l'importanza di cambiamenti che ormai dovrebbero essere una normale evoluzione delle cose e non un putiferio mediatico. Resto dell'idea che un Sindaco non possa dichiarare di andare volontariamente contro la legge perchè l'atteggiamento anarchico non è l'approccio corretto, in nessun caso quando si rappresenta un'istituzione. E' vero che dovrebbero essere i cittadini a premere per il cambiamento, ma sono gli stessi cittadini che sono andati a votare per coloro che hanno ora potere di legiferare in materia e che stanno girando attorno al problema come già fatto in passato Come dicevo è lecito che ci siano pareri pro e pareri contro perchè è nella dialettica delle cose, quello che fa rabbia è che ancora una volta il tema divenga strumentale per alzare la polvere a coprire il passaggio di provvedimenti diversi, ma molto importanti come quello sul lavoro ad esempio. Spostare l'attenzione dell'opinione pubblica su questioni morali è un vecchio trucco della comunicazione politica.

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    3. Grazie Carla, come sai ogni tanto mi piace pensare ad alta voce. Perchè poi fissarli i pensieri aiuta a dar loro una dimensione coerente. Poi appunto la condivisione, genera ulteriori riflessioni ed è bello così. Buona giornata :)

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